venerdì 10 maggio 2013

  Prese una sigaretta dal pacchetto di Eddie e l'accese con un movimento sciolto e aggraziato del polso e del braccio. Poi spostò il fiammifero da una mano all'altra lasciando che la fiamma si spegnesse lentamente a mezz'aria e afferrando alla fine con precisione il fiammifero bruciato fra pollice e mignolo.
  «Cosa ne dici della scelta di tempo?» gli chiese, come se lui non avesse mai visto prima, quel giochetto.
  Gliel'aveva mostrato almeno un miliardo di volte. Lei amava esibirsi in quei piccoli trucchi. E capitava spesso che all'Hut's spostsse i tavoli per fare un po' di spazio e si mettesse a fare flip-flap, salti mortali e ruote per dimostrare che era ancora in forma e non aveva perso il ritmo, la coordinazione e i riflessi straordinari. Intorno ai vent'anni era stata una danzatrice acrobatica ben al di sopra della media.
  Ora, a trentadue anni, era ancora una professionista ma in un campo del tutto diverso. Si trattava di acrobazie orizzontali eseguite con maestria sul materasso, il corpo in affitto per tre dollari a spettacolo. Nella sua stanza al secondo piano dava ai clienti molto più di quanto spendevano.

(David Goodis, Sparate sul pianista, 1956)

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