martedì 23 ottobre 2012

  Avendo cominciato dalla gavetta, e giovanissima per giunta, Marinette aveva preso il gusto dell'autorità. Nella sua casa voleva soltanto dei primi premi di bellezza; corpi scultorei di primissima scelta, volti da madonne e biancheria di lusso! Teneva moltissimo all'abbigliamento, come pure all'educazione e alle buone maniere. Le sue figliole le presentava in abiti da passeggio, sotto l'aspetto di mogli che, non soddisfatte della minestra di tutti i giorni, si fossero svegliate e fossero venute lì per farsi soddisfare dagli sporcaccioni. I gonzi si eccitavano moltissimo a quel ruolo di paladini della patta, di salvatori della tranquillità coniugale. Inoltre, siccome Marinette affibbiava a tutte quelle topoline dei mariti bidoni, avvocati, diplomatici, ingegneri, ufficiali, industriali o magistrati, il cliente aveva l'ulteriore soddisfazione rivoluzionaria di fottere l'alta borghesia. In confidenza, questa doveva essere un po' la rivincita morale di Marinette, della povera e affamata ragazza che un tempo era stata.

(Albert Simonin, Grisbi, 1953)
  Al volante della Vedette mi giravano le palle.
  Nonostante tutto il grano che avevo, mi sentivo il re dei coglioni se alla mia età, col mio passato... a Parigi, poi, la città dove ero nato, e avevo a mia disposizione due appartamenti completamente pagati, mi trovavo a rigirare come un topo in trappola, al volante di una macchina da novecento sacchi, debitamente acquistata anche quella. Era una cosa scandalosa, a pensarci bene. Quando poi c'erano, tra Charonne e Pigalle, tra Saint-Ouen e Grenelle, per lo meno tremila piccoli sfruttatori di donne, dei miseri pivelli, dei poveri imbroglioni, che certo non si scervellavano. Senza il becco di un quattrino, con almeno due mesi di fitto arretrati, a quest'ora se ne stavano, nei loro abitucci da mascherata, a fare i belli sotto le insegne al neon dei caffè, davanti a dei pastis ben lattescenti, fantasticando sul loro avvenire.
  A forza di pensarci su, settimana per settimana, mese per mese, avrebbero certamente finito un bel giorno per debuttare sul serio. Dapprima, in un colpo fesso, poi, in uno importante... Quelli che non si facevano ficcar dentro in breve avrebbero potuto vestirsi quanto e come volevano; abiti di pura lana inglese da cinquanta sacchi; scarpe a quadrupla suola; quanto alle camicie, ah, quelle, le avrebbero volute di popeline frusciante, di quello che sembra seta! Quei bambini, vedendosi trasformati a quel modo, avrebbero sentito crescere l'appetito. Allora, ci sarebbe voluto un nome, una fama, un credito, e via discorrendo! Non sarebbe passato molto tempo e te li saresti trovati tra i piedi, a piantar grane su tutto, a rendere infrequentabili anche i quartieri tranquilli!
  Fredo e la sua squadra di rompiscatole erano esattamente di quella razza: un mucchio di piccoli bulli al caffelatte che erano stati troppo a sentire le canzoni di Edith Piaf, dei fresconi che avevano letto troppi romanzi di Peter Cheyney... e che poi, un bel giorno, avevano voluto viverli a ogni costo. Quanto a me, non mi avrebbero scocciato se fossero rimasti tra loro, nel loro quartiere, creandosi un ambiente, come certuni hanno fatto a Saint-Germain-des-Prés, un settore dove non bazzico mai.

(Albert Simonin, Grisbi, 1953)